Chi intraprende questo viaggio chiede qualcosa al Cammino: evadere, dimenticare, ritrovare, conoscere, ricominciare a vivere. Un desiderio di un cambiamento interiore, alla ricerca di se stessi; è un atto di devozione, una scelta pensata, consapevole, fortemente voluta. Il Cammino, alla fine, coinvolge tutto il proprio essere nello sforzo quotidiano dell’avanzare (subida, subida e subida), negli incontri, nella bellezza dell’arte e dei paesaggi, negli infiniti chilometri di solitudine e non. È il fascino di Santiago: per un istante o per i lunghi giorni che dura l’andare, si è solo pellegrini. Qui non vi darò alcuna dritta di ordine tecnico o logistico, esistono siti altamente specializzati, forum dedicati e tante belle e utili pubblicazioni che saranno step inevitabili di chi deciderà di intraprendere la via verso il Campus Stellae. Questo è solo il primo di uno spunto di riflessione e “istigazione” al Cammino di Santiago. Vi assicuro ne verrano altri.
“…che peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto; il largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori de la sua patria, in modo stretto non s’intende peregrino se non chi va verso la casa di San Jacopo o riede. E però è da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de l’Altissimo; chiamasi Palmieri in quanto vanno oltremare, là dove molte volte recano la palma; chiamasi Peregrini in quanto vanno alla casa di Galizia, però che la sepoltura di san Jacopo fue più lontana de la sua patria che d’alcuno altro apostolo; chiamasi Romei in quanto vanno a Roma….” (Dante, Vita Nuova, XL)
CHILOMETRI DI SOLITUDINE E NATURA Il Cammino di Santiago non é solo un viaggio. Anzi non lo é. É un’esperienza unica e ripetibile. Perché una volta fatto, non si puó non tornare (prefiggendosi di ritornare magari con amici del cuore, compagni di avventura, peregrini con cui si sono condivise parole e silenzi lunghi chilometri). Non esistono citazioni di filosofi o versi di poeti per definire le emozioni che suscita questo pellegrinaggio dentro e fuori di sé. Solo il racconto di chi lo ha percorso puó – lontanamente – evocare un “itinerario” così fuori dal comune. Durante il Cammino francese (che ho percorso nel 2012) ho conosciuto tanti “amici” nuovi e ho conosciuto meglio anche me. Oggi, dopo aver percorso anche la Via della Plata (che dall’Andalusia porta a Nord fino alla città di San Giacomo) insieme al mio grande amico Giuseppe, auguro alle persone a cui voglio più bene, di poter un giorno svegliarsi e decidere di intraprenderlo. È il Cammino che decide di essere camminato, è lui ad architettare tutto e volere i passi del prossimo pellegrino addosso. Non ci sono limitazioni di etá, peso, allenamento. Io ne sono un esempio vivente. Il Cammino è un’esperienza (ce ne saranno altri di viaggi così) che inizia prima, dentro. Poi a poco a poco prende piede, conquista sempre più tempo della giornata di colui che ha deciso di partire. Anche se mancano mesi.. la testa comincia a Camminare, a immaginare. Poi è la volta del corpo: nasce la voglia di movimento e allenamento per qualcosa che non è prevedibile e/o replicabile se non con il cuore. E così a distanza di giorni ci si ritrova a camminare o pedalare (come nel caso nostro) come se si è già sulla via di Compostela.
Il CAMMINO FRANCESE C’è un Cammino nel Nord della Spagna, dove da oltre mille anni, per una settimana, un mese, una manciata di tempo moltitudini di uomini e donne rinnovano un’antica tradizione. Non so se il più bello ma dei due è il più camminato. Quello storico. Quello che se decidete di farlo è sicuramente il primo da intraprendere. Dà sensazioni ed emozioni forti e intense. Lo percorrono ogni anni centinaia di migliaia di pellegrini a piedi, in bici e a cavallo provenienti da tutto il mondo. Il paesaggio è bello e vario (quello della Plata è più monotono, ma non per questo meno bello). I chilometri tra Roncisvalle e Santiago di Compostela sono 780. Quasi 800 chilometri di emozioni, tramonti, albe, sapori, incontri, felicità e nostalgia dai Pirenei a Finisterre. Va con te, va per te! Per farlo a piedi ci vuole più o meno un mese, mentre in bici si consiglia un minimo di dieci giorni. Si deve fare la peregrinazione con la sufficiente calma in modo di disporre del tempo per visitare i santuari e i punti chiave del percorso. Ecco le tappe classiche, ma -ricordate- ognuno ha il suo cammino:
RONCISVALLE – PUENTE LA REINA
65 Km.
PUENTE LA REINA – NÁJERA
99 Km.
NÁJERA – BURGOS
94 Km.
BURGOS – CARRIÓN DE LOS CONDES
84,5 Km.
CARRIÓN DE LOS CONDES – LEÓN
92,5 Km.
LEÓN – RABANAL DEL CAMINO
67 Km.
RABANAL DEL CAMINO – O CEBREIRO
83 Km.
O CEBREIRO – PORTOMARÍN
61,5 Km.
PORTOMARÍN – ARCA
73 Km.
ARCA – SANTIAGO DE COMPOSTELA
18,5 Km.
La Spagna é veramente bella. Muy caliente e divertente, nonostante la crisi e il poco lavoro, c’é qualcosa nell’aria che non ha nulla a che vedere con il “nostro clima”. Camminarla o pedalarla, praticamente per intero, in lungo sulla Plata (da Nord a Sud) o in largo (sullo splendido Cammino Francese) è un’esperienza unica. Significa conoscerla nei suoi angoli più nascosti, assaggiarla letteralmente. Alcuni partono senza una vera motivazione se non la curiosità o la ricerca di avventura a basso costo di cui hanno letto o sentito, per emulazione, moda. Ma poi lungo le strade e i sentieri del Cammino qualcosa cambia dentro. E al ritorno a casa il Cammino non li lascia più. Buen Camino!
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