SOLARE E SIDERALE Colpa della differenza tra anno solare -gli studiosi direbbero anno tropico- su cui si basa il calendario gregoriano che usiamo e l’anno siderale, cioè il periodo orbitale della Terra, che è pari a 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi. Con una certa approssimazione si può dire che ogni anno l’equinozio di primavera cade dopo 365 giorni e 6 ore, 9 minuti, 10 secondi finché – ogni 4 anni – non interviene l’anno bisestile a “riportare indietro”, in un certo qualmodo, la sincronizzazione tra anno anno siderale e calendario gregoriano.Per questo motivo -e almeno fino al 2020- l’equinozio primaverile cade il 20 marzo e non il 21. E anche se non sono in molti a saperlo anche l’anno scorso è andata allo stesso modo.
L’equinozio primaverile cade il 20 marzo e non il 21. E sarà così almeno fino al 2020. Solo l’anno bisestile riporta indietro il calendario e sincronizza anno siderale e calendario gregoriano
FALSI MITI Sì perché contrariamente da quello che abbiamo imparato tra i banchi e da quanto stabilito inizialmente dal Concilio di Nicea nel 325 d.C. e poi avvalorato nel 1582 da Papa Gregorio XIII, l’equinozio di primavera non cade necessariamente il 21 marzo. Sfatiamo altri miti: a discapito dello stesso nome equinozio (dal latino “equi-nox”, “ notte uguale” al dì), non è vero neanche che il giorno dell’equinozio le ore di luce siano quante quelle di buio. Le prime sono poco di più a causa dell’effetto dell’atmosfera terrestre, vediamo cioè la luce del giorno da prima che fratello sole sorga a dopo che esso è tramontato. È vero invece che nel giorno dell’equinozio, all’equatore, il Sole sorge perfettamente a Est, tramonta perfettamente a Ovest e a mezzogiorno si trova esattamente allo zenit. Quindi il 20 a mezzodì avete avuto il sole in verticale sopra di voi. Dovunque siate ora, dopo aver letto queste righe, -anche se la primavera vi ha battuto sul tempo- improvvisate un saluto al grande amico che renderà più scura la vostra pelle di qui fino alla fine dell’estate.
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