Tre sono le piante che certamente piante voglio avere entro fine anno e queste sono : Adenium obesum, Portulacaria afra e Cyathea australis.

L’Adenium obesum è una stranissima pianta della famiglia delle Apocynaceae (la stessa famiglia di Plumeria e gelsomino, per intenderci), che produce bellissimi fiori rosa o fucsia-rosso. È un piccolo albero, che raggiunge un’altezza massima (miracolosa oserei dire) di 1,5 metri,  con tronchi rigonfi carnosi (da cui il suo nome)…sembra una piccola donnina dai fianchi larghi. È molto difficile da coltivare, infatti, oltre a richiedere una temperatura minima di 15 gradi, è sensibile ai marciumi. Data la sua forma, gli si può creare un minigiardino casalingo (coltivarlo all’aperto nei nostri climi non è possibile), dedicandogli un posto d’onore in casa.

La Portulacaria afra… una volta vista, vi ricorderete immediatamente di lei al primo sguardo… fa parte della serie piante perse… e dimenticate. Grazie alla straordinaria semplicità di propagazione per, era solita trovarsi in quasi tutte le case. Oggi è difficile trovare grandi esemplari, bensì viene spesso venduta  in minuscoli vasetti di plastica, che la rendono quasi irriconoscibile… Pianta bellissima e molto facile da mantenere,  bisogna solo avere la pazienza di farla crescere.  Richiede una temperatura superiore ai 7°C e pieno sole; è molto indicata nelle zone ventose, infatti, un  utilizzo intelligente di questa pianta, può essere quella di frangivento nei terrazzi di città.

La terza pianta che vorrei è la Cyathea australis, una meravigliosa felce arborea…le felci sono tutte bellissime, perché hanno un’aria preistorica. Ve ne sono moltissime specie, adattabili a climi diversi. Tra tutte le felci, ho sempre desiderato una felce arborea, ma mi sono sempre tirata indietro perché – anche in questo caso – avrei dovuto ricreare un habitat apposta per queste meraviglie del post glaciazione.  Poi mi sono imbattuta nella Cyathea australis: resistente, coltivabile anche all’aperto non necessariamente in piena ombra, dal tronco ruvido e la morbida e ampia chioma, si adatta a quasi tutti i giardini e alle terrazze.

Paola Camerata

Sin da piccola due grandi passioni mi hanno accompagnata: la cucina e le piante. Ho avuto la fortuna di occuparmi di cucina durante la prima parte della mia vita e di occuparmi di progettazione del paesaggio adesso e trovo che le due cose siano profondamente legate. Effettivamente la natura racchiude tutte le arti, essa è pittura, musica, teatro e fuochi d’artificio... Per questo la mia ambizione non è di domare la natura, quanto di imparare da essa. Ho frequentato un master biennale in Progettazione del Paesaggio e delle Aree verdi a Torino.

Condividi
Pubblicato da
Paola Camerata

Ultimi articoli

Cultura rurale e attività agresti a Silva 2014

Silva 2014 è il primo evento nel nostro Paese dedicato alla cultura rurale e alle…

% giorni fa

Effetto serra, a Barona le green-house della solidarietà

Dopo i community garden, la nuova frontiera sono le community greenhouse. Ovvero le serre condivise,…

% giorni fa

Vigne, orti condivisi e laboratori per Varese Green city

Puntare su vigne, orti, laboratori didattici immersi nella natura e prodotti ortofrutticoli a chilometro zero.…

% giorni fa

Orto-giardino fai da te, istruzioni per l’uso

Solo chi ha assaggiato un Ciliegino coltivato con le proprie mani può capire la differenza…

% giorni fa

Coltivando, per far crescere relazioni tra Campus e Città

Al Politecnico di Milano il primo orto in un ateneo italiano. Messo su con l'aiuto…

% giorni fa

Water bench, la panchina che innaffia e salva dalla siccità

Chi l'avrebbe mai detto che una panchina avrebbe potuto salvare il destino di molti uomini?…

% giorni fa

Questo sito, ed eventuali strumenti terzi da questo utilizzati, si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più, o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, o scorrendo questa pagina, acconsenti all'utilizzo dei cookie.