Ma qual è la storia di questo luogo magico? Nel 1980 Maria Gabriella Buccioli decide di fare del Casoncello, proprietà di famiglia, il luogo dove vivere. Dopo trent’anni di abbandono l’antico coltivo è inselvatichito, il fienile cadente, la casa padronale, distrutta dai bombardamenti, ridotta ad una collinetta coperta di vegetazione. La casa colonica, rimasta indenne, potrà, con gli interventi necessari, essere resa abitabile. I lavori di ripristino vengono fatti in economia da Maria Gabriella ed il suo compagno Lucio sotto la guida di un vecchio mastro muratore. Lucio, disegnatore di fumetti si cimenta nella ricostruzione dell’antico forno…con l’aiuto di Maria Gabriella che si divide fra il lavoro di  manovale…e quello di teatrante, con il ruolo di principessa delle fiabe, negli  spettacoli per bambini condotti a Villa Guastavillani dal gruppo teatrale “Giochiamo davvero” di Patrizio Roversi e Maurizia Giusti.

Insegna del Casoncello

Il terreno dopo essere stato ripulito, con un lungo e faticoso lavoro, da gran parte della vegetazione che lo aveva invaso …viene in gran parte arato conservando però alcune zone dove si sono creati piccoli boschetti con robinie, mirabolani, e rose canine. Grazie alla guida degli insegnamenti dei grandi maestri (Steiner, Fukuoka, Seymour) e con amore e rispetto per la vita naturale si inizia finalmente a coltivare l’orto.

Nel libro “I Giardini venuti dal Vento” biografia di un giardino, l’autrice nonché la proprietaria del luogo racconta la storia di una grande passione che ha permesso, pur con pochissimi mezzi finanziari, grazie a rinunce e sacrifici, uniti ad una profonda conoscenza del mondo vegetale, di trasformare un piccolo podere agricolo dell’Appennino Bolognese, abbandonato da più di un trentennio, in quelli che sono oggi i “Giardini del Casoncello”: un luogo dall’aspetto inconsueto, ricco di specie vegetali di ogni tipo e pervaso da un’atmosfera suggestiva.

Visitato ormai ogni anno da centinaia di persone, riconosciuto come luogo di pubblica utilità dalle Amministrazioni locali, nel libro si racconta, giorno dopo giorno, anche con annotazioni botaniche, il suo evolversi (dall’incolto iniziale fino ad oggi) al quale si intreccia la vita della sua creatrice. Dal racconto emerge una personale “filosofia del giardino”, unita ad una serie di indicazioni pratiche, spesso inusuali, su come fare giardinaggio in collaborazione con la natura.

Se volete saperne di più visitate il sito o ancora meglio andate a prendere un tè il 6 o il 13 luglio prossimi.

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Un te e un libro nei Giardini venuti dal vento

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